New York – (Di Manlio Passalacqua) “Perseverance is ALIVE on Mars”. Così i tecnici del JPL della Nasa hanno confermato al mondo intero l’avvenuto, sicuro e tanto atteso “ammartaggio” della sonda, ultimo stadio della missione Mars 2020.
Tutta la procedura di EDL (Entry, Descent and Landing) è stata seguita da 1.800.000 circa persone in collegamento live sui tanti canali You Tube della Nasa, senza considerare tutti coloro che invece si sono affidati alle dirette dei canali tematici nazionali che hanno atteso e commentato l’evento, ovviamente ognuno nella lingua madre dei tanti Paesi che sulla Terra hanno avuto il privilegio di seguire in diretta un evento così atteso.
Per chi, come me, ricorda quella calda notte del luglio 1969, è stato inevitabile ripensare a quelle lontane immagini in b/n provenienti dalla Luna, quando Neil Armstrong mosse i primi passi sul primo corpo celeste che non fosse la Terra.
Allora, in diretta mondovisione si stimò che circa 900 milioni di persone nell’intero pianeta s’incollarono alla tv. Di questi oltre 20 milioni erano italiani. Ricordo che all’epoca gli abitanti della Terra avevano da poco superato i 3,5 miliardi (in Italia eravamo circa 53 milioni).
Questa volta, la sera del 18 febbraio scorso, oltre 50 anni dopo, le cose sono state andate in maniera molto diversa, come è ovvio. Io stesso ho seguito l’evento in modalità multipla, potendo utilizzare la diretta da un canale tematico italiano, forse un po’ offuscata dai troppi commenti dei tanti ospiti, ma concedendomi anche il raro privilegio di seguire la diretta live in inglese dal JPL, tanto schietta quanto emozionante, e che devo confessare, mi ha dato completezza di informazioni e sensazioni nettamente migliori.
Vediamo com’è andata.
Ricordo a chi non fosse addentro alla materia che tutta la procedura EDL si è svolta in automatico senza alcuna possibilità di un controllo remoto, a causa del ritardo nelle comunicazioni radio, di circa 11 minuti e 30 secondi, inevitabile a causa della distanza che separa la Terra dal pianeta rosso. Ciò significa che i segnali radio, che viaggiano alla velocità della luce, impiegano non meno di 11 min e 30 secondi per raggiungere la Terra. La EDL, invece, è durata solo circa 7 minuti, i famigerati minuti del “terrore” per gli scienziati ed i tecnici progettisti, ed ha compreso una serie interminabile di eventi che possono essere così riassunti:
· 21.38 (ora locale italiana) Separazione motori, pannelli solari e hardware comunicazioni radio, ossia i componenti utilizzati durante la fase di crociera
· 21.48 Ingresso nell’atmosfera marziana a circa 20.000 km/h
· 21.52 Rallentamento a 1.512 km/h e apertura paracadute a circa 11.000 mt di altezza
· 21.53 Separazione scudo termico e inizio sequenza TRN a circa 9.000 mt di altezza
· 21.54 Separazione paracadute e accensione motori frenanti a circa 2.100 mt di altezza
· 21.55 Manovra Skycrane e atterraggio; a quel punto Perseverance sarà completamente operativo
Tuttavia, ciò che non era ben chiaro ad alcuno dei non addetti ai lavori, era il “come” avremmo seguito e visto avvenire tutto ciò dalla Terra.
Ho rivisto e riletto diverse cose da quel giorno ed adesso ho la certezza che quasi nessuno avesse le idee chiare in merito. Inutile sottolineare che tutte le fasi descritte e previste si sono succedute con sincronismo e successo, ma dobbiamo ammettere che non sono state percepite allo stesso modo sulla Terra da noi curiosi o amatori. Qualcuno di noi si aspettava delle immagini video in diretta da alcune delle tante telecamere di bordo. Altri forse una sorta di telecronaca commentata e spiegata degli stessi scienziati. Tutto invece, in quei lontani laboratori, è stato seguito in rispettoso silenzio.
Il JPL, infatti, con grande sforzo tecnologico ha predisposto e trasmesso in diretta tutte le fasi dell’ammartaggio, proponendo una simulazione animata “live” della varie fasi, che ai più è potuta sembrare appunto solo una “simulazione”. Ai margini delle immagini trasmesse, invece, apparivano una massiccia serie di dati, che vengono definiti “telemetria”, che fornivano all’occhio più attento tutte le informazioni sulla posizione della sonda nella fase finale EDL; la simulazione forniva anche una lista di 38 operazioni che si sarebbero dovute compiere con successo (sulla sinistra dell’immagine) e che prendevano colore una volta superate.
Solo al termine della 38ma che aveva come descrizione “done” (compiuto!), si poteva ritenere davvero atterrata la sonda. E’ anche evidente, oggi, a mente serena, che, come è ovvio, tutte le fasi erano già avvenute nella realtà 11 min e 30 sec prima, per cui quando al JPL è esplosa l’euforia, la sonda era già stabilmente ferma sul suolo del pianeta rosso da una decina di miniuti almeno.
Da quel momento inoltre veniva dato inizio al conteggio del tempo ufficiale della missione, il cosiddetto SOL 0 (primo giorno sulla superficie marziana).
Il JPL inoltre, solo pochi minuti dopo la fine dell’EDL ci ha regalato le prime immagini in b/n ed a bassa risoluzione della superficie di Marte, giunte velocemente dalla sonda, proprio perché molto “leggere” in quando a mole di dati trasmessi; immagini che hanno fatto velocemente il giro del mondo via tv, media, network e social.
Solo il giorno dopo sono state diffuse immagini ad alta definizione della missione di cui una in particolare è davvero spettacolare ed emozionante e che condividiamo qui: riguarda la fase di sky crane, ovvero la fase in cui l’esoscheletro della sonda funge da “gru”, dispiega tramite robusti cavi il rover, ed infine lo deposita sul suolo.
Ennesimo, enorme, spettacolare successo quindi dell’Amministrazione pel l’Aeronautica e lo Spazio Americana (NASA), sottolineata dal Presidente neo eletto Biden, come anche da uno dei commentatori del JPL, che, pochi minuti dopo l’atterraggio della sonda, con grande orgoglio, ha quasi urlato: “Nasa works, NASA works, NASA works”. Ricordiamo infatti che fino ad oggi, tutte le sonde atterrate su Marte appartengono solo all”Ente spaziale americano.
Aspettiamo adesso il vero inizio della missione operativa e scientifica che dovrebbe tecnicamente durare almeno un anno marziano (quasi 2 anni terrestri) ma che promette di segnare davvero una nuova pietra miliare nel campo della conoscenza e delle scoperte fatte dall’uomo in tutta la sua storia. Presto saranno registrati anche i suoni del “pianeta rosso”.