Roma – (di Alessandro La Spina) La Cina diventa il primo partner commerciale dell’Unione Europea, scavalcando, nel corso del 2020, gli Stati Uniti d’America. La notizia era nell’aria da qualche tempo, ma si è dovuta attendere la pubblicazione dei dati Eurostat, resi noti il 15 febbraio, affinché la si potesse considerare ufficiale. L’interscambio di merci tra le due potenze si può leggere chiaramente nei numeri, che vedono crescere del 2,2 % le esportazioni UE verso il paese asiatico (202,5 Mld di Euro), a cui si associa il dato riferibile alle importazioni, incrementatesi del 5,6%, per complessivi 383,5 miliardi. Il valore della bilancia commerciale raggiunge, quindi, la cifra di 586 miliardi, a cui fa da contraltare un decremento nelle relazioni economiche con gli USA, che registrano una perdita del 10% rispetto al 2019, attestandosi a 555 mld. Nonostante ciò il Nord-America rimane, al momento, la prima destinazione dell’export europeo. In effetti, il sorpasso è dovuto alla circostanza che la Cina si caratterizza per essere l’unico partner del vecchio continente con cui sono stati realizzati valori di scambio positivi sia nelle importazioni che nelle esportazioni. Una delle principali ragioni di questo primato risiede nella risposta che l’impero commerciale cinese ha saputo dare alla crisi generata dal Covid-19, affrontata attraverso l’impiego di mezzi particolarmente drastici, i quali hanno prodotto risultati positivi fin da subito permettendo un rapido ritorno alla normalità. Proprio grazie a questo insieme di fattori, il gigante asiatico è stato l’unico ad avere una crescita del PIL pari a circa 100 trilioni di Yuan (14,7 trilioni di dollari). Per ciò che concerne la tipologia di merci che caratterizzano gli scambi commerciali, l’Europa acquista dalla Cina soprattutto prodotti industriali, di consumo, macchinari e attrezzature. La gran parte dell’export europeo riguarda, invece, veicoli a motore, aerei, produzioni del settore chimico e beni di lusso. Le relazioni euro-cinesi sono destinate ad intensificarsi anche grazie ad un accordo di massima, la cui approvazione delle linee guida è giunta dopo sette anni di negoziati, secondo il quale in futuro potrebbe essere consentito alle aziende europee e asiatiche il reciproco accesso, in parità di condizioni, ai mercati delle due potenze. Il tempo saprà dirci se questa partnership si potrà ulteriormente rafforzare, soprattutto alla luce delle critiche che alla Cina vengono rivolte dagli Stati Uniti, intenzionati ad ostacolarne l’espansionismo commerciale e geopolitico nonché ad incalzare Pechino sul mancato rispetto dei diritti umani.