Il grande viaggio di Artemis verso la Luna, raccontato dal prof. Manlio Passalacqua

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Roma – Il grande viaggio di Artemis verso la Luna. “La Nasa – scrive il prof. Manlio Passalacqua – ha messo a disposizione di tutti un sito che traccia la posizione della nave spaziale in ogni istante sulla base della telemetria che da essa giunge (https://www.nasa.gov/specials/trackartemis/). In questi giorni è, dunque, possibile seguire passo passo la navicella.

Ma cosa sta succedendo in sintesi? Tanto se ne parla ma non tutto è così semplice né così chiaro per la maggior parte di noi profani che seguiamo l’ultima sfida della Nasa, qui dall’Italia.

Il 16 novembre scorso, finalmente, dopo diversi contrattempi e rinvii, ultima la tempesta tropicale “Nicole”, finalmente decollava dalla storica rampa 39-b (memore dei lanci Apollo) a Cape Canaveral (Florida) la missione Artemis I, che tanto sta facendo parlare di se. Ma in cosa questa missione differisce da tutte le altre che negli anni, dal lontano 1972, si sono ripetute ed hanno affollato le cosiddette “orbite basse” della nostra atmosfera, portando in orbita numerosi astronauti delle nazionalità più diverse, ed utilizzando vettori anch’essi ognuno diverso dall’altro.

Questa volta Artemis I punta molto più lontano, punta alla Luna, dopo esattamente 50 anni dall’ultima missione Apollo (la 17) che portò gli ultimi uomini a camminare sul nostro satellite.

Questa prima missione di Artemis non ha equipaggio umano, ma solo manichini debitamente attrezzati con tute spaziali e sofisticati sensori per raccogliere dati e preparare la prossima missione Artemis II, che riporterà l’uomo prima in orbita lunare e dopo, forse nel 2025, due esseri umani a camminare ancora una volta sulla superficie lunare.

Ma  oggi dov’è Artemis I? E cosa sta facendo?

Il 21 novembre, la navetta, che si è liberata dei potenti razzi dopo il decollo, e di un modulo intermedio che l’ha spinta fino alla Luna, e che prende il nome di Orion, alle 13:47 ha raggiunto la minima distanza dalla Luna (circa 128 km), durante una manovra che viene definita fly-by, e che, a seguito di una nuova accensione del motore del modulo di comando che spinge Orion in questa fase, inserirà la navetta in una complicata Orbita Retrograda Distante intorno alla Luna per sei giorni. 

Ma noi cosa abbiamo visto dalla Terra? Purtroppo finora praticamente nulla, nonostante le dirette che la Nasa propone periodicamente sul canale “Nasa Tv” e su You Tube, spiegando con molto dettaglio dal Controllo di Houston, tutte le manovre e le operazioni.

Nulla è stato possibile vedere in quanto la navetta Orion, prima della manovra di fly-by, alle 13:26 è transitata nella parte nascosta della Luna, e nessun segnale radio ne televisivo è riuscito più a raggiungere la Terra. Tutta la procedura pertanto è stata automatizzata, l’accensione, lo spegnimento del motore dopo 2’30’’, e la riuscita dell’operazione sono state confermate dai tecnici di Houston, solo dopo le 14:02, ora in cui la navetta è ritornata visibile dalla Terra; a quell’ora (italiana) i parametri di volo erano i seguenti: 

distanza dalla Luna:  68 miglia (109 km); 

velocità: 4.721 miglia/h (7.597 km/h); 

distanza dalla Terra: 230.646 miglia (371.188 km); 

tempo di missione: 5g 6h 14’.

Nei prossimi giorni ci aspettiamo di vedere le immagini del fly-by riprese dalle varie telecamere a bordo di Orion e che verranno trasmesse in differita al controllo di Houston.

Prima che Orion si nascondesse dietro la Luna e si perdesse ogni segnale radio, una delle telecamere impiantate all’estremità dei pannelli solari della navicella spaziale ha trasmesso in diretta una spettacolare immagine.

L’immagine è assolutamente autentica ed in essa è visibile a sinistra la navicella Orion illuminata dal sole da destra; quindi la Luna che occupa tutta la porzione di destra dell’immagine; e nello sfondo un piccolo “puntino blu”, rappresentato dalla Terra, che sta per nascondersi dietro la Luna, prima del black out radio.

Cosa ci si aspetta per i prossimi giorni di missione?

L’accensione effettuata durante il fly-by sfrutta la spinta gravitazionale della Luna per inserire Orion in un’orbita “retrograda”. In pratica il veicolo spaziale inizierà a girare in senso contrario alla rotazione della Luna. Orion raggiungerà una distanza di 64.000 km oltre la Luna, segnando un nuovo record rispetto al precedente di 16.000 km circa, che era stato raggiunto con Apollo 13, la missione che per un problema tecnico non poté compiere un allunaggio. Orion effettuerà un giro e mezzo intorno alla Luna, per poi dirigersi nuovamente verso la Terra. Proveremo a descrivere, nei prossimi giorni, le successive fasi della missione, che si completerà l’11 dicembre con uno splashdown nell’Oceano Pacifico, accennando anche alle vere finalità della missione, e fornendo altre specifiche tecniche relative  al razzo Artemis I in tutta la sua completezza, ed alle modalità di decollo e messa in orbita”.

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