Giardini Naxos – Inizieranno ufficialmente venerdì i lavori per il recupero del Palazzo Paladino. “Effettueremo – conferma il direttore del parco archeologico di Taormina e Naxos, Gabriella Tigano – la consegna di un intervento da 400mila euro per la messa in sicurezza delle coperture”. Un momento questo importante che vedrà la partecipazione dell’assessore regionale alla Cultura, Alberto Samonà. “È questo il primo passo di un progetto destinato a far rivivere un complesso importante – prosegue la Tigano – dove sono previsti, ad esempio, secondo un progetto ben definito, sale convegni ed espositive in un luogo dotato di una posizione unica”. Lo storico monumento architettonico ed il complesso di archeologia industriale che lo circonda, beni acquisiti, appunto, dal Parco archeologico, stanno per essere, dunque, ristrutturati, affinchè, possano ospitare il futuro “Polo culturale del parco con il nuovo museo archeologico”. A Giardini Naxos, quindi, presto vi sarà, come era nella primitive intenzioni, un centro culturale con splendida vista sul mare destinato a determinare il futuro della cittadina naxiota. Com’è noto il Castello di Schisò fu costruito in epoca bizantina sopra una piccola altura formata da una colata lavica dell’Etna risalente all’età preistorica. Era una costruzione militare che, grazie alle sue torri, controllava l’accesso alla baia di Giardini Naxos. Dopo anni di battaglie la Regione lo ha acquisito evitando che potesse diventare una struttura ricettiva di lusso. Adesso ci si sta muovendo per dare un senso a questo difficile acquisto. Il complesso, una volta completato, potrebbe ulteriormente impreziosire il panorama dell’offerta dei beni architettonici e culturali del comprensorio turistico che come punta di diamante vede il Teatro Antico di Taormina. E proprio nella cavea per eccellenza del Mediterraneo è in programma, nella medesima giornata, la consegna della nuova cabina elettrica dell’area storica. Un momento importante visto che questi lavori hanno determinato una diversa organizzazione della visita, fermo restando che l’area archeologica sarà fruibile solo quando cambieranno, si spera presto, le disposizioni sanitarie che cercano di contenere la pandemia.
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