Taormina – “La statua della sacerdotessa di Iside attualmente in mostra al museo regionale “Antonio Salinas” deve ritornare nella Perla”. Lo sostiene, Pancrazio Faraci, ideale erede della battaglia di sensibilizzazione che fu avviata dallo scomparso, Franz Buda, nella sua veste di presidente del “Centro studi Alcantara City” e dal mai dimenticato, Ciccio Cipolla, vincitore del quiz di Mike Bongiorno, “Lascia o raddoppia”, ma anche presidente dell’ormai scomparso “Archeoclub”. Adesso Faraci ha avviato un sistema più moderno per sollevare il problema, quello della raccolta adesioni attraverso Facebook. In questo modo si cercherà di avviare le procedure per far tornare la statua nella città del Centauro assieme ad altri reperti “taorminesi”. Un concetto questo che adesso viene seguito come nel caso recente della spada bizantina di Isolabella, esposta proprio sull’isolotto simbolo di Taormina. “Agli albori della nascita del Regno Unito d’Italia – sostenne a suo tempo Buda – le cronache riferiscono che nel 1867, locali contadini furono attirati dal sordo rumore di vuoto mentre stavano mettendo a dimora piante di agrumi nel giardinetto della chiesa di S.Pancrazio ubicata nel centro storico. Dell’accaduto fu informato l’architetto Saverio Cavallari, Direttore dell’Antichità della Sicilia con sede unica a Palermo, che ne curò l’estrazione senza arrecare danno alla statua, conosciuta con il nome, appunto, di Sacerdotessa di Iside che si trova al museo nazionale di Palermo. La statua – prosegue Buda – non fu il solo esempio di un’acquisizione per “ragion di stato” ma ne seguirono altri, tra cui una statuetta di bronzo di Eros fanciullo nell’atto di scagliare una freccia. La statuetta di Cupido, ritrovata nello stesso sito, prima fu acquistata dal sacerdote, Francesco Famà di Taormina, poi anch’essa venne confiscata dal governo piemontese che la destinò, sempre a Palermo, nel Gabinetto dell’Università, ove forse oggi si trova, se non ha preso altri lidi”. Il ritorno della splendida sacerdotessa, dunque, potrebbe avviare il rientro a Taormina delle opere d’arte “ desaparecidos”, che potrebbero essere collocate, ad esempio, in un ristrutturato museo della Badia Vecchia di Taormina o altro sito.