Il “Decreto rilancio” è finalmente Legge, 55 miliardi di stanziamenti complessivi a favore di aziende, lavoratori e famiglie

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Roma – (Di Alessandro La Spina) Ci siamo! Ad una settimana dal giorno in cui veniva annunciato durante una conferenza stampa tenutasi, praticamente, in presenza di mezzo governo, il “Decreto Rilancio” è legge. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, infatti, si apre la strada alla sua definitiva entrata in vigore (modifiche potranno essere apportate, entro 60 giorni, dal Parlamento). A determinare questo ritardo sarebbero state le delicate operazioni di verifica delle coperture finanziarie effettuate dalla Ragioneria Generale dello Stato. Il testo definitivo si compone di 266 articoli, con stanziamenti pari a 55 Mld di Euro, l’equivalente di due leggi di stabilità. In base ad una stima effettuata, nei giorni scorsi, dal quotidiano economico Il Sole 24 ore, per portare a regime le disposizioni in esso contenute potrebbero essere necessari qualcosa come 98 decreti attuativi. Le misure previste serviranno a dare respiro ad un’economia “congelata” dall’emergenza Covid-19, la quale ha messo in crisi interi settori produttivi, oltre che un numero ingente di famiglie ritrovatesi senza reddito, a causa della sospensione o, talvolta, della definitiva perdita del posto di lavoro. Per finanziare il provvedimento, lo Stato ha dovuto innalzare il limite all’importo massimo di emissione di titoli pubblici in Italia e all’estero, al netto di quelli da rimborsare e di quelli per regolazioni debitorie, a 148,33 miliardi per l’anno 2020. Tra contributi a favore di imprese con diversa dimensione e fatturato, esenzione IRAP e IMU per particolari categorie aziendali, bonus mobilità, tax credit vacanze e provvedimenti per il rilancio del turismo (compresi gli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori stagionali), regolarizzazione temporanea di immigrati lavoratori agricoli (e non solo), provvidenze per lavoratori autonomi, colf e badanti, bonus baby sitter, fondi per la cassa integrazione, reddito d’emergenza, ecobonus e sismabonus, stanziamenti per il servizio sanitario nazionale e gli enti locali……ecc. ……ecc….. c’è da giurare che i commercialisti, gli operatori dei CAF, i consulenti del lavoro e tutti gli altri soggetti chiamati ad interpretare le norme del decreto, avranno, indubbiamente, da lavorare. Ci auguriamo tutti, a questo proposito, che si possa dare inizio ad un processo virtuoso capace di rendere possibile almeno un parziale recupero delle perdite economiche generatesi nel lungo periodo di isolamento a cui il nostro paese, così come altri, è stato costretto. Tanta è la voglia che imprenditori e lavoratori hanno di ripartire. I primi, per riuscire a riorganizzare le loro attività produttive nel tentativo di riguadagnare posizioni di mercato ormai compromesse. I secondi, per ritrovare un minimo di serenità e guardare con meno patemi d’animo al futuro prossimo venturo.

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