Di Leo, Fisascat Cisl: “Basta alle promesse, è il momento di scendere in piazza”

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Taormina – “È il momento di dire basta alle promesse, se non cambierà l’atteggiamento delle istituzioni sulla situazione dei lavoratori del comparto turistico, scenderemo, ancora una volta, in piazza”. Lo dice il segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo. “Lo faremo, così come in passato – prosegue Di Leo – proprio a Taormina, citta simbolo di un disagio dei lavoratori a livello regionale e nazionale”. Il tutto nasce dal fatto che la sigla sindacale ha lanciato l’allarme per i lavoratori di commercio, turismo e servizi, che rischiano di rimanere fuori dalle previsioni del Decreto Rilancio e da un sostegno al reddito concreto, dalla “Naspi e dal Reddito di Emergenza ed in definitiva da qualsiasi aiuto economico”. Una missiva, in proposito è stata trasmessa al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. “La categoria – si legge in una nota del sindacato – sollecita con questa azione la reintroduzione della vecchia “Aspi” o la modifica urgente dell’attuale disciplina normativa, con l’introduzione di norme a tutela dei lavoratori per tutta la fase di emergenza, intero anno 2020, ponendo in essere idonei strumenti normativi atti a consentire ai lavoratori di superare la crisi e di non perdere il proprio posto di lavoro. Lavoratori anche penalizzati dalla mancata copertura contributiva ai fini pensionistici senza neanche un copertura figurativa, un dramma nel dramma, effetto anche della riforma della Naspi che negli ultimi anni ha drasticamente ridotto il sussidio di disoccupazione, motivo questo della grande mobilitazione nazionale promossa a Taormina, dove solo nel comprensorio, la misura interessa oltre 10 mila addetti stagionali del comparto turistico”. La Fisascat Cisl Messina ha sollecitato anche il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci e gli assessori regionali del Lavoro e del Turismo a definire “misure concrete, immediate e attuative nei confronti dei lavoratori del Turismo Commercio e Servizi che sono senza lavoro e senza indennità e fuori da tutti gli ammortizzatori sociali al fine di evitare traumatiche conseguenze di carattere economico e sociale. 

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