Da stamattina Gdf in azione: eseguite 16 ordinanze di custodia in carcere nei confronti di soggetti accusati di associazione a delinquere per spaccio di droga

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Taormina – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale peloritano, con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 persone, sottoposte ad indagine, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

L’attività investigativa, sviluppata dagli specialisti del Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, trova la sua genesi nelle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia le quali, sottoposte al rigoroso vaglio delle indagini di polizia giudiziaria, hanno permesso di fare piena luce sull’attuale operatività di un articolato gruppo criminale, vicino  a strutturati ambienti di Criminalità Organizzata, anche di matrice mafiosa, da tempo operante tra le province di Catania e Messina, sistematicamente dedito all’approvvigionamento e successiva commercializzazione di considerevoli partite di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina.

Più nel dettaglio, all’esito di mirate attività tecniche di intercettazione telefonica, ambientale e di video-sorveglianza, rese particolarmente difficoltose dall’utilizzo di comunicazioni triangolari, criptiche ed in codice, ovvero attraverso sistemi di messaggistica istantanea, si acquisiva alle indagini come il gruppo investigato, anche durante la vigenza delle restrizioni dovute all’emergenza epidemiologica e nel periodo del lockdown, risultasse tra i più agguerriti e rodati  tra quelli operanti sulla fascia jonica della provincia messinese.

Forte di documentate contiguità al clan mafioso catanese dei CINTORINO, emergeva come il gruppo oggi destinatario di custodia cautelare in carcere vantasse legami solidi con fornitori di narcotico operanti nella provincia etnea, parimenti contigui a noti clan mafiosi locali, quali i LAUDANI e i CAPPELLO, di qui la capacità di introdurre e consegnare, ai membri del sodalizio indagato, anche in piena pandemia, importanti partite di sostanze stupefacenti.

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