Il mito di Clitennestra nella società contemporanea

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Eleonora Lipuma

Roma – Il mito di Clitennestra è stato interpretato nella sua essenza dall’attrice Eleonora Lipuma. Articolo di Luana Trumino
Dalla drammaturgia dei grandi classici attraverso i testi contemporanei di Marguerite Yourcenar, fino a trovare una collocazione sovrapponibile ai fatti di cronaca odierni. È “Clitennestra. Voi la mia coscienza, io il vostro grido” lo spettacolo teatrale della compagnia Nike Teatro diretto da Alessia Tona, realizzato in collaborazione con lassociazione MotusArti, in scena dal 21 al 24 febbraio 2018 alle ore 21:00 presso il Teatro di Tor Bella Monaca di Roma.Coideatrice insieme a Federica Genovese e protagonista dellopera, nel ruolo di Clitennestra, è Eleonora Lipuma, 31 anni, attrice siciliana.Eleonora, raccontaci di Clitennestra, protagonista di una folle tragedia e imputata dell’omicidio del marito Agamennone.Clitennestra è una donna cinica, aspra, spietata. Il suo è un cuore ferito che non accetta il distacco dal suo uomo che – oltretutto – deciderà di strapparle la figlia Ifigenia, sacrificandola. Clitennestra, già condannata, parla davanti alla corte suprema e rivive le dinamiche che l’hanno vista assoluta carnefice. Immobile nelle sue perpetue contraddizioni, continua a vacillare, svela le sue fragilità e le sue instabilità, nonostante la fermezza delle sue azioni premeditate.

Dal mito di Clitennestra alla società contemporanea. Il dramma di una donna vissuta nel V sec. pare sia ancora piuttosto attuale. Cosa lega questa figura mitologica alla società moderna?
Le vicende si ripetono, la storia si ripete. Sono storie di vita di famiglie spezzate, adesso come nel lontano V secolo. Clitennestra è la prima Erika della storia, la seguirà la figlia Elettra. Vicende parallele dove i personaggi hanno un valore psicologico dominante. Le figure femminili, nello specifico, godono di una sete di potere non indifferente nel rapporto con gli uomini che stanno loro accanto. Personalità succube quella di Egisto per Clitennestra, quella di Omar per Erika, quella di Oreste per Elettra. Queste tre donne vivono il dramma dell’abbandono, sia esso maschile, fisico o psicologico, e sarà proprio questo uno dei motivi scatenanti che le istigherà a decidere i destini che riguardano le loro vite.
Quello di Clitennestra è un ruolo difficile da interpretare, per le sue svariate sfaccettature. Quali sono stati gli strumenti che hai utilizzato per approfondire le dinamiche interne del tuo personaggio?
Lavorare su un personaggio così complesso non è stato facile. Ho intrapreso una ricerca, individuato le molteplici caratteristiche che vivono dentro ogni essere umano, le mille sfumature che la nostra personalità, in relazione agli eventi della vita, mette a fuoco in un preciso momento invece che in un altro. Provo a dare voce a diverse donne: alla donna madre, moglie, amante, animale, manipolatrice, vendicatrice, folle. Ognuna di queste donne è diventata trama del tessuto connettivo del mio corpo e, attraverso quest’ultimo, attendo che l’atto recitativo si compia. Senza forzarlo, ma facendolo fluire nella sua naturalezza.
Dal teatro alla televisione. A gennaio 2018 hai interpretato una parte nel film A testa alta – Libero Grassi, che sottende una forte denuncia a livello sociale. Raccontaci la tua esperienza.
Per me è stato molto importante interpretare il ruolo di Agata Cannistrà, una donna operaia siciliana in un periodo storico che vede come protagonista un personaggio scomodo, quello di Libero Grassi. Il ruolo delle sue operaie è fondamentale perché è attraverso i loro comportamenti e i loro racconti che vengono fuori gli aspetti umani di un imprenditore che, prima di tutto, era una persona di grandi valori. Libero, di nome e di fatto, fu il primo imprenditore che si ribellò al pizzo. Questo film prodotto da Taodue e di cui firma la regia un sensibile e attento Graziano Diana, è un prodotto televisivo opportuno, impellente, altamente didattico che sta riscontrando grandi consensi nelle scuole e nelle università. Parlare degli uomini che si sono battuti per un ideale civile è un modo per illuminare le coscienze dei giovani al fine di fare legalità e creare una forte componente civile e sociale tra i cittadini.
A proposito di sociale. Sei impegnata in performance teatrali rivolte ai piccoli pazienti dei reparti oncologici di Roma. Come nasce il rapporto con i piccoli spettatori?
Da settembre del 2017 collaboro attivamente con la Onlus Officine Buone, che organizza attività di volontariato nei reparti di oncologia pediatrica. Insieme a un team di attori raccontiamo, attraverso il teatro, le storie di Mago Mantello, libro scritto da Francesco Domenico Giannino. Ma il mio rapporto con i piccoli spettatori è in realtà nato circa 5 anni fa. Appena diplomata in accademia, ho scritto il progetto Favolanimata, di cui sono diventata ideatrice e produttrice, coadiuvata da validissimi attori. Gli spettacoli interattivi mi permettono di lavorare nella direzione della formazione e della promozione dell’arte. Non esiste gioia più grande: i bambini ti guardano con quegli occhi enormi, spalancati dalla curiosità. Nell’ascoltare le favole che racconti, pendono quasi dalle tue pause, dai tuoi respiri. E poi magicamente li stupisci, facendo qualcosa che non si aspettano, qualcosa di buffo. E loro ridono Ridono di quelle risate piene che sanno di purezza.
Svelaci un desiderio. Quali progetti per il futuro?
I progetti in cantiere sono tanti, ma, ritornando al teatro, cè una urgenza di lasciare unimpronta significativa. Con Clitennestra diretto dalla sperimentale e acuta Alessia Tona, abbiamo utilizzato forme di comunicazione alternative alla recitazione classica. La compagnia ha lavorato di sinergia e cooperazione al fine di ampliare il testo, di scrivere una drammaturgia a più mani, scegliendo di utilizzare elementi scenografici che diventano racconto per immagini. Questa continua ricerca teatrale è diventata un grande punto di partenza per la compagnia che si appresta a una nuova drammaturgia contemporanea per la prossima stagione teatrale: uno spettacolo dal titolo provvisorio Neve. Ma cè un tempo per tutto: adesso è il tempo di consegnare al nostro pubblico Clitennestra. Voi la mia coscienza, io il vostro grido, con lauspicio che possa oltrepassare lo stretto e arrivare proprio in Sicilia, culla di siti archeologici e di architetture teatrali mozzafiato.

Luana Trumino