Taormina – “E’ giusto ricordare – scrive Piero Arrigo – in queste giornate di memoria, due nostri concittadini morti nel lager di Mauthausen nel 1944 , Antonio e Giuseppe Ingegneri classe 1920 il primo e 1926 il secondo. Furono catturati dai tedeschi a Monfalcone perché facenti parte della brigata partigiana Garibaldi in seguito all’armistizio dell’8 settembre del 43 e furono tradotti nei due sotto campi di Mauthausen , dove i prigionieri dovevano spaccare blocchi di granito e portarli su per una ripida scala in pietra più volte al giorno. La scala era chiamata “ della morte” perché d’inverno gelava e gli zoccoli dei deportati scivolavano facendo precipitare i malcapitati nel baratro sottostante. I militari tedeschi si divertivano con questo macabro gioco spesso spingendo deliberatamente il prigioniero fino a farlo cadere lungo il pendio della scala della morte. Accadde lo stesso a Giuseppe – nella versione di Arrigo – che spinto verso il bordo da alcune SS sghignazzanti ne afferrò un paio nella caduta e li trascinò con se nel sacrificio estremo! Antonio morì qualche tempo dopo in ugual modo”.