Per il sindacato commercialisti la fattura elettronica è “un disastro annunciato”, Aiace chiede interventi urgenti

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Roma – fattura elettronica ancora difficoltà: riportiamo la lettera del sindacato dei commercialisti che contesta il nuovo modo di fatturazione. Aiace è vicina alla problematica e chiede interventi urgenti. “Il Sindacato italiano Commercialisti aveva per primo denunciato più di un anno fa le molte perplessita’ che avrebbe ingenerato un sistema che rendesse obbligatoria ed unica la modalità di fatturazione in formato elettronico. Lo abbiamo fatto in un Convegno a Roma, ripetuto sulla stampa ( in un’ intera Pagina di Italia Oggi) e denunciando formalmente a diverse autorità pubbliche le anomalie e le intrusioni che avrebbero potuto verificarsi immettendo milioni di dati non criptati in un una piattaforma comune non sicura. Senza poi contare le innumerevoli ulteriori criticità determinate ad esempio dal fatto che con la FE si crea un disallineamento con la normativa tributaria degli altri paesi europei che non hanno introdotto questo obbligo, motivo per il quale sono stati introdotti ulteriori obblighi in Italia ( ad esempio il cd “esterometro”).Poi ci sono stati gli interventi del Garante della Privacy (ultimo quello del 21/12/2018 che ha dettato numerose prescrizioni limitanti all’Ade), la moratoria delle sanzioni con il DL 119/2018, interventi e comunicati ripetuti dell’AdE, l’inerzia assordante di quasi tutte le associazioni di Categoria e la grande corsa delle Software houses (e non solo….vedi banche ) ad offrire la propria piattaforma di servizi con pubblicità in ogni dove e ( qualcuna) anche con sconti natalizi (!). Social e media sono stati inondati da messaggi, comunicati, informative di ogni tipo ed anche “striscia la notizia” e Codacons si sono occupati della fatturazione elettronica. Ogni ora sul punto c’è una novità e l’ultima è quella della task- force di 60 supertecnici dell’Ade per superare le difficoltà che già si stanno clamorosamente verificando con ripetuti blocchi del sistema di invio o scarti dei documenti in formato XML inviati. Insomma è successo ( e stanno ancora succedendo) una serie di difficoltà, anomalie, lungaggine dei processi di fatturazione e rinvii che stanno mettendo a dura prova il lavoro di tutti. Ma l’Ade sostiene, anche con comunicati, che va tutto bene, che sarà semplificata la vita di tutti (introducendo un fastidioso quanto inutile registro delle deleghe che riepiloga fatti e dati già noti all’Ade). Senza poi contare il tema delle spese che il nostro sistema paese sta sostenendo per questa dannosa innovazione tecnologica, rendendo insostenibile il mantenimento della deroga comunitaria che era stata rilasciata proprio condizionatamente all’invarianza dei costi per le imprese. Insomma, un vero caos come mai si era verificato prima, affrontando una così importante rivoluzione con impreparazione, superficialità ed approssimazione tipicamente italiana tale da ispirarmi nel titolo di queste note ai famosi film di Marcello Mastroianni : “Matrimonio all’italiana” e “Divorzio all’italiana”. Noi pensavamo ( ed ora siamo ancora più convinti ) che non è imponendo innovazioni massive di così vasta portata che si fa il bene del nostro paese : con aziende piccole e meno piccole completamente disorientate, con l’avidità di qualcuno che crede di cogliere l’occasione per lucrare ( anche i contributi sulla digitalizzazione), con i dati del nostro sistema paese alla mercé di soggetti che potrebbero farne un utilizzo improprio ( anche ricattando) e con la grave illusione di recuperare gettito tributario. Lo stesso nuovo regime introdotto per esentare dalla FE i contribuenti cd. minimi, rivisitato con l’introduzione di una soglia abbastanza elevata per potervi aderire, è foriero in se’ di evasione tributaria perché le percentuali di determinazione forfettaria del reddito la incentivano (oltre a violare il principio di capacità contributiva effettiva dei cittadini italiani).Non è in questo modo che si aiuta il nostro paese ad uscire dalla profonda crisi economica iniziata molti anni fa e dalla quale non siamo ancora usciti. Riteniamo che lo Stato avrebbe potuto recuperare gettito tributario ad esempio potenziando l’attività di intelligence attraverso il dialogo delle numerose banche dati a disposizione dell’AdE. Noi siamo per il principio della libertà d’impresa costituzionalmente previsto e la libertà di certificazione fiscale dei ricavi e dei compensi dovrebbe essere una delle tante espressioni, come peraltro previsto dalla normativa Comunitaria che non impone un specifica modalità di fatturazione. Dopo avere denunciato in tutti i luoghi e modi che non è risparmiando carta che si genera sviluppo ( come si vorrebbe far credere), non ci resta che monitorare ed attendere le ulteriori problematiche che prevedibilmente si verificheranno nelle prossime settimane, auspicando ancora oggi un ravvedimento tardivo dell’esecutivo che riconosca valore giuridico al supporto cartaceo fino a quando l’obbligo del formato elettronico non sarà esteso a tutti i paesi della UE in un ottica di armonizzazione tributaria complessiva del sistema, restituendo almeno in parte certezza, tranquillità e dignità agli operatori economici italiani ed ai loro Commercialisti”.
Dott. Stefano Sfrappa
Sindacato italiano Commercialisti

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