Ancora non “decolla” il processo tributario telematico

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Roma – Ancora non decolla il processo tributario telematico. Il via è stato dato nel 2010 con un progetto pionieristico messo in atto dalle Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale del Lazio. Poi, nel dicembre del 2015, ha iniziato il suo percorso sul territorio nazionale. Umbria e Toscana hanno fatto da capofila. Poi Marche, Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige, nel luglio 2017 hanno chiuso il cerchio. Finora il processo Tributario Telematico resta facoltativo per le parti del processo e non è stata ancora fissata una data certa per la sua obbligatorietà. Ma cos’è realmente il processo telematico. Lo sancisce un Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 03 dicembre 2013 n° 163. Una normativa questa che contiene le indicazioni necessarie ad applicarlo. Esiste inoltre la Circolare n° 2/DF dell’11 maggio 2016, che reca ulteriori chiarimenti. Vi sono poi altri decreti che si occupano di regole che si riferiscono alla dimensione dei file da utilizzare per non appesantire la documentazione dal punto di vista informatico. Il Processo Tributario Telematico è regolato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per farlo attuare è stato inserito nel Sistema Informativo della Giustizia Tributaria. Quest’ultima è l’unica piattaforma informatica “processuale” che consente l’accesso tramite Spid. Per potervi accedere è necessario un particolare upload sul portale della giustizia tributaria. Per creare gli atti del processo tributario telematico è necessario un programma “redattore atti” di quelli comuni, una casella di Posta elettronica Certificata e una firma digitale. L’unico formato per gli atti da depositare nel Tributario Telematico è il PDF/A nelle sue varianti 1a e 1b. I documenti possono essere inviati anche in formato tiff, ammessi, però, solo se con risoluzione inferiore a 300 DPI, in bianco e nero. I documenti devono essere privi di elementi attivi. Esistono poi altre indicazioni tecniche su come operare. I Ptt non è, però, obbligatorio ma potrebbe diventarlo entro la fine del 2018. Mauro Romano

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