Roma – Accade sempre più spesso che cittadini con difficoltà nel pagamento dei propri debiti verso creditori a vario titolo ricevano insistenti telefonate nelle quali interlocutori, con frasario molesto ed aggressivo, intimino l’immediato versamento di somme di denaro, minacciando subitanee e drammatiche ritorsioni legali.
Si tratta di una pratica commerciale scorretta ed umiliante, che viola ogni canone di buona fede del creditore, o presunto tale, visto che al telefono non viene esibito alcun titolo legittimante l’intrusione e, quindi, non consente la verifica dell’identità del chiamante e, in ogni caso, calpesta la riservatezza e la dignità del chiamato.
La stessa cosa sta avvenendo con l’invio di sms, messaggi whatsApp, e-mail e, da ultimo con il recapito nelle cassette domestiche della corrispondenza di biglietti, pressochè anonomi, che invitano il destinatario a mettersi in contatto “con urgenza, per comunicazioni che la riguardano” con un numero di telefono ivi indicato. Tutto ciò è inammissibile, perché costituisce il tentativo di condurre in stato di sottomissione inermi cittadini che vivono momenti di difficoltà finanziaria, oggi amplificati dalla drammatica crisi economica innescata dalla pandemia, dalla guerra e dall’aumento dei prezzi.
L’Italia non è il Far West e nessuno può pensare di farsi Giustizia da sé con minacce e prepotenze verbali.
Aiace invita tutti i cittadini a segnalare questi fatti, perché sta predisponendo una circostanziata segnalazione alle Autorità competenti per far cessare queste condotte illegali e far ricondurre la questione nella ordinari dinamica dei rapporti debitori-creditori come disciplinati dalla Legge, con tutte le garanzie offerte dal Legislatore anche per i debitori.