Si prospetta una “crisi nera” per il comparto turistico, trema tutta Italia

0
826

Roma – (di Alessandro La Spina) L’emergenza legata al covid-19 si fa sentire sulla filiera turistica nazionale. Sono vari gli studi delle associazioni di categoria, infatti, che descrivono una prospettiva non certamente rosea per le imprese del settore, indipendentemente dalla loro natura e dimensione. Gli addetti ai lavori guardano a questo periodo come quello in cui dare inizio alla stagione lavorativa, ma la situazione che vive il nostro paese rende impossibile pensare ad Aprile come al mese della ripresa. Le misure restrittive in vigore hanno cancellato ogni occasione di spostamento per le vacanze di Pasqua e molte delle cancellazioni effettuate riguardano anche i ponti del 25 Aprile e del primo Maggio. In uno studio pubblicato da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti, si stima che, nel mese in corso, andranno “svaniti” circa di 10,5 milioni di viaggiatori, generando una perdita pari a 3,3 miliardi di consumi turistici. La Cna si spinge ancora oltre. Partendo dall’assunto secondo cui l’emergenza sanitaria ha determinato la paralisi dell’intera filiera turistica nazionale (la quale, normalmente, genera il 12% del Pil italiano), le previsioni per il primo semestre del 2020 indicano che i ricavi del comparto sono destinati a subire una contrazione del 73%, con seri rischi per l’esistenza di molte aziende e dei posti di lavoro che garantiscono. Il giro di affari stimato nel periodo è di appena sedici miliardi, poca cosa rispetto ai cinquantasette incassati nei primi sei mesi del 2019. E non è tutto, purtroppo. Le stime effettuate dalla stessa Cna per l’intervallo compreso tra Luglio e Settembre parlano di una forte contrazione nella presenza di turisti stranieri, con numeri che sfiorano i venticinque milioni di unità. Si tratta di una crisi che colpisce indistintamente aziende turistiche di diverso tipo, dagli alberghi ai B&B, passando per i villaggi turistici e i camping. Ma anche gli stabilimenti balneari rischiano di vedere compromesse le loro prospettive di guadagno. Per non parlare di bar, ristoranti, negozi ed agenzie di viaggi. Come porre riparo a questa situazione? Secondo Vittorio Messina, presidente di Assoturismo, «Finora il governo non ha fatto abbastanza. L’indennità di 600 euro, che può essere utile per la sussistenza, non è un aiuto adeguato a sostenere uno dei settori chiave dell’economia italiana nel suo momento più difficile. Serve di più e subito. È necessaria una iniezione di liquidità consistente». Tra le diverse proposte provenienti da dirigenti d’azienda ed amministratori locali, spiccano soprattutto quelle che mirano a stimolare la domanda interna. Significativa l’idea, avanzata negli ultimi giorni, di poter scaricare dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute per trascorre una vacanza all’interno dei nostri confini. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here