Il sindaco, Mario Bolognari, contesta duramente l’allarme delle associazioni imprenditoriali locali sulla crisi turistica

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Taormina – Il sindaco, Mario Bolognari contesta l’allarme delle associazioni locali sulla crisi turistica

(Riceviamo e pubblichiamo) “Di recente sono stati diramati tre documenti – dice Bolognari – da parte delle associazioni imprenditoriali di Taormina, che, pur avendo un contenuto critico riferito soprattutto alla contingenza economica della Città, non hanno fornito alcun dato che potesse sostenere questo atteggiamento critico. La sostanza è riassumibile in un’unica considerazione: le presenze turistiche sono in calo, aumenta il “mordi e fuggi”, i servizi forniti dal Comune sono carenti. Come sempre, accetto e prendo in seria considerazione tutte le critiche, ma non posso sopportare che tali critiche non siano supportate da dati oggettivi. Esse, per gran parte, invece, sono fondate su semplici impressioni e sensazioni. Mi sembra quindi opportuno dare qualche dato. Rispetto ai primi sei mesi del 2018 (che, va ricordato, è stato l’anno del record assoluto nella storia della Città) il calo delle presenze turistiche è di circa il 3-4%; ciò significa che Taormina si attesta sui dati del 2017, anno del G7. Ma ciò che è rilevante è che questo calo non si registra negli alberghi a cinque stelle, ma soltanto nelle strutture di livello inferiore. Si potrebbe dire che Taormina migliora la qualità, se non altro in termini di spesa, dei propri ospiti. Inoltre, poiché nel periodo trascorso incide negativamente il mese di maggio, sia per il dato climatico (da una ricerca dell’Istituto Piepoli risulta che il 13% degli italiani ha rinunciato alla vacanza per il maltempo, producendo un danno di 500 milioni di euro alle imprese turistiche), sia per la concomitanza con le elezioni europee, che hanno scoraggiato molti europei a muoversi, si può prevedere che nella seconda metà dell’anno il deficit possa essere recuperato. Infine, le contingenze internazionali, dalla Brexit al ridimensionamento del terrorismo, che ha fatto risalire le quotazioni di paesi nostri concorrenti, come l’Egitto e la Tunisia, rendono questo calo del tutto fisiologico. Non va trascurato che sia l’Italia, sia la Sicilia pare che soffrano di una crisi turistica anche per le difficili condizioni economiche delle famiglie e dei costi di trasporto. Di fronte a questi dati oggettivi sostenere che siamo al disastro mi sembra perlomeno incauto. Guardiamo ad altri dati, che interessano maggiormente le attività commerciali. I passaggi sulla funivia per Mazzarò nei primi sette mesi del 2019 sono diminuiti del 2,02% rispetto al 2018. Il calo, del tutto contenuto, è concentrato nel mese di maggio, per le ragioni climatiche già ricordate. A fine stagione tireremo le somme. Sempre nei primi sette mesi i veicoli parcheggiati a Lumbi e Porta Catania sono in calo dello 0,55%, cioè sono esattamente quelli dello scorso anno, ma con un incasso superiore di circa 50 mila euro. Questo dato, sia pur modesto, indica una tendenza a una sosta più lunga e, presumibilmente, più disponibile alla spesa in Città. Dal punto di vista della stagionalità va rilevato che i mesi di febbraio e marzo hanno registrato un aumento di 5.300 auto in sosta, mentre è stato maggio ad avere 4.600 auto in meno. L’idea di un dilagare del “mordi e fuggi” è solo nelle parole e non nei fatti. Con la massima prudenza  affermiamo che c’è una inversione di tendenza visibile anche nella eliminazione di qualche bancarella e dei saltimbanchi che lo scorso anno avevano invaso il centro storico. Sappiamo che c’è ancora molto da fare, ma iniziare è difficile e noi lo abbiamo fatto, come con la raccolta differenziata dei rifiuti e il blocco delle concessioni di suolo pubblico, la riduzione degli spettacoli al Teatro antico in agosto e l’istituzione temporanea di un’area di sosta al Pianoporto”.

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