“E’ nato prima l’albergo o il turista? Località di mare e montagna prese d’assalto”

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Roma – (Di Giovanni Emmi) E’ nato prima l’albergo o il turista? Una facile battuta per evidenziare un problema del turismo che, nei giorni nostri, si evidenzia con maggiore violenza, in alcuni periodi dell’anno. Le località di mare sono prese d’assalto ad agosto, quelle di montagna, oltre che ad agosto anche a dicembre. Intorno a questi periodi dell’anno ci sono periodi di pieno/vuoto variabile che mappano la presenza negli alberghi con dinamiche economiche diverse e, spesso, incontrollabili. I flussi turistici si possono governare? Se già sapessimo le presenze previste in anticipo potremmo costruire alberghi talmente grandi da contenere il flusso massimo dei turisti. E se restano parzialmente vuoti per la restante parte dell’anno? Sarà difficile ma non impossibile trovare un ideale punto di pareggio economico tra il costo per costruire un albergo e gli incassi derivanti dall’albergo nel corso dell’anno. Pianificare i numeri su un albergo non è impresa inarrivabile, e gli altri servizi connessi agli alberghi? Il turismo non è solo alberghi, è anche bar, ristoranti, funivie, musei, lidi balneari, spiagge, boschi, laghi, trasporti, ecc ecc. Se la capienza degli alberghi è determinabile in modo abbastanza semplice, più complicato è stabilire la “capienza” di questi altri servizi essenziali, che per il turista fanno la differenza. Se un turista ha la percezione di un luogo caotico ed affollato, in cui i servizi sono di qualità scadente e le attese lunghe, il suo giudizio si ripercuoterà sulle future scelte di vacanza, che potrebbero essere decise in base a queste sue percezioni, che magari trasmetterà agli amici in una chiacchierata oppure sui social. Gestire bene questi servizi, per una cittadina turistica, è essenziale. È la differenza tra un turismo mordi e fuggi e la creazione di un asset di valore , da tramandare alle generazioni future. Non è facile, ma da cosa dipende questa mancata presa di coscienza? Se chiedessimo a un siciliano, la risposta sarebbe semplice: la colpa di tutto e’ del comune, della Regione, della città metropolitana e così via. Ma è veramente così? Oppure dipende dalla cultura turistica di un territorio. Il turismo non è solo sorrisi e pacche sulla spalla, è un complesso insieme di valori che ruotano attorno al concerto molto semplice di qualità/prezzo. L’attribuzione delle stelle agli esercizi ricettivi risponde a questa logica, ma non i servizi. I servizi sono quelli del territorio, della comunità e degli operatori turistici. Proporre servizi che non si possono garantire, alimentare aspettative che poi vanno deluse, la noncuranza, la sporcizia, le file senza regole. Questo fa male al turismo siciliano. La colpa è di tutti, di una mentalità, di un’idea del mordi e fuggi che non è quella della programmazione e della creazione di asset. Come succede in altri parti d’Italia. Non è un caso che al Nord Italia il turismo funzioni meglio e vi siano più presenza turistiche, è una questione di organizzazione e di rispetto del turista, non un pollo da spennare, ma un patrimonio da tutelare.

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