Roma – (Di Alessandro La Spina) Nonostante la sua drammaticità, ormai sotto gli occhi di tutti al punto da essere diventata un elemento con cui convivere, il Covid-19 ha avuto l’effetto di accelerare il passaggio alle tecnologie digitali di una considerevole parte della popolazione italiana. È quanto emerge dai risultati di un’analisi, illustrati, lo scorso 10 Marzo, durante la presentazione del “Nomisma Digital Data Hub”, un indicatore di ricerca che la società di consulenza bolognese ha realizzato per mettere a fuoco l’attitudine dei nostri connazionali all’uso della rete internet nel corso del 2020. All’evento hanno partecipato anche alcune importanti aziende operanti in diversi settori economici, come Coop Italia, Cortilia, The Data Appeal Company, Open Fiber, UniCredit, Cribis D&B e PayDo. Lo scenario che viene delineato è quello di una società fortemente orientata al web nello svolgimento di pratiche quotidiane che fino a qualche anno fa privilegiavano quasi unicamente i canali tradizionali, dagli acquisti di beni e servizi ai pagamenti telematici, passando per la ricerca di un lavoro o di nuove opportunità formative. Come sottolineato da Luca Dondi, amministratore delegato Nomisma, otto italiani su dieci utilizzano oggi internet nella vita di tutti i giorni e il 70% di essi ha effettuato almeno un acquisto online. Cresciuto anche il tempo medio di connessione, che tra i web surfers rientranti nella fascia di età 16-64 anni sfiora le 6,5 ore giornaliere. Nel primo semestre del 2020 sono aumentate vistosamente le vendite di nuovi dispositivi digitali, caratterizzate da un incremento del 53% nel settore dei Computers e del 69% in quello delle videocamere. L’acquisto in rete di generi alimentari ed altri prodotti rientranti nella categoria “Grocery” ha visto addirittura crescere il proprio indice del 134% rispetto al 2019. Ma si ricorre massicciamente ad internet anche nel campo delle transazioni bancarie, dato confermato dal Co-Ceo Commercial Banking Italy di Unicredit Remo Taricani, secondo cui, in linea con un percorso avviato da oltre quindici anni e acceleratosi durante il primo lockdown, quasi il 98% della clientela usa attualmente il web per l’effettuazione di operazioni che in passato venivano espletate unicamente in agenzia. Altrettanto degno di nota è l’incoraggiamento, posto in essere dalle amministrazioni pubbliche, all’uso di internet da parte dei cittadini, se si considera che lo scorso anno sono state aperte 17,5 milioni di nuove identità digitali necessarie per l’autenticazione ai portali telematici. Analizzando le diverse dinamiche di comportamento è possibile osservare, tra l’altro, come gli uomini siano più propensi al ricorso ai pagamenti elettronici rispetto alle donne, mentre non si riscontrano sostanziali differenze di genere in ambito E-commerce. Questo mutamento di abitudini non è però avulso da persistenti situazioni di arretratezza (c.d. Digital Divide), influenzate da molteplici fattori, tra i quali spiccano il reddito e l’età. Dall’osservazione del traffico di rete si evince, infine, che l’attitudine digitale risulta essere particolarmente marcata nelle grandi città, soprattutto in aree situate all’interno dei centri storici.