Roma – (Di Alessandro La Spina) Dematerializzazione nuova frontiera della “Mission” aziendale? Smart Working come prospettiva di miglioramento del lavoro? La risposta è, evidentemente, sì. Stando, infatti, a quanto esposto in alcuni studi che analizzano la tendenza all’uso di nuove tecnologie da parte delle imprese, nei prossimi anni assisteremo a quella che sarà una vera e propria rivoluzione, caratterizzata da un ricorso sempre più massiccio ai modelli proposti dal mondo ICT. Proprio in questi giorni “Eriksson Consumer & Industry Lab”, ha pubblicato un Report dal titolo “The Future of Enterprises”, in cui ci si sofferma sulla trasformazione realizzatasi in questo settore, analizzando i comportamenti di un campione composto da 5000 aziende operanti in 11 diversi mercati (Australia, Brasile, Cina, India, Arabia Saudita, Singapore, Svezia, Thailandia, UAE, UK e USA). Tra le società intervistate, sette su dieci dichiarano di essere a metà del loro processo di dematerializzazione, mentre almeno sei guardano positivamente ai sistemi di connessione mobile, al Cloud, alla realtà aumentata e virtuale. Dall’analisi condotta si evince, ad esempio, che l’idea di eliminare progressivamente i documenti cartacei costituisce un passo fondamentale per l’aumento della competitività e la conseguente riduzione dell’impatto ambientale. Altro dato significativo è quello che evidenzia come oltre la metà del campione ricorra, già oggi, alle fonti rinnovabili per il soddisfacimento del proprio bisogno di energia, tendenza che vedrà almeno tre aziende su quattro seguire questa strada entro il 2030. È molto probabile, d’altro canto, che per quella data quasi il 60% del lavoro sia organizzato al di fuori degli uffici, con una drastica riduzione dei costi aziendali. Va da sé che le misure restrittive imposte dall’emergenza sanitaria hanno dato un forte impulso allo smart working e ciò ha inciso sulla riduzione del pendolarismo verso le grandi metropoli, favorendo, al contempo, un calo considerevole delle emissioni inquinanti. Tale tipologia di lavoro consente, tra l’altro, di non avere limiti geografici nella ricerca delle figure più qualificate, cosa particolarmente gradita alle imprese, che puntano ad una gestione ottimizzata e flessibile dei rapporti con il Personale. Secondo Anders Erlandsson, capo della divisione “IndustryLab” di Ericsson Consumer, la tecnologia digitale costituisce, in definitiva, un fattore chiave per affrontare al meglio le grandi sfide globali, contemperando l’obiettivo di una maggior competitività con quello di uno sviluppo che possa essere realmente sostenibile.