Roma – (Di Alessandro la Spina) Con la firma del decreto riaperture, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 Maggio e firmato dal Presidente della Repubblica il giorno successivo, l’Italia intraprende un percorso che porterà il Paese ad un graduale ritorno alla normalità, dopo il lungo periodo invernale contraddistinto da saracinesche abbassate, passaggi di colore regionali e singoli territori sottoposti a restrizioni specifiche, in ragione dell’andamento dei contagi. Tra le novità che caratterizzano il provvedimento vi è la modifica dei parametri di valutazione per l’accesso alle diverse zone colorate (rossa, arancione, gialla, bianca), che sarà deciso, d’ora in avanti, tenendo conto dell’incidenza del virus sulla popolazione complessiva e del tasso di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva. Per ciò che concerne l’ora di inizio del coprifuoco, dal 19 maggio ne è stato disposto il posticipo, in zona gialla, alle 23,00, ma il decreto prevede che già il prossimo 7 giugno ci sia un ulteriore slittamento alle ore 24,00, per poi essere definitivamente abolito dal 21 giugno. Si tratta di una scelta destinata ad avere un impatto positivo sulle frequentazioni di bar e ristoranti, in cui, con l’inizio del mese a venire (1 giugno), si potranno servire i clienti al chiuso anche oltre le 18,00. Nella stessa data, le manifestazioni sportive all’aperto, che si tengono in zona gialla, torneranno ad ospitare gli spettatori, seppur osservando le disposizioni relative al numero di persone ammissibili (25% della capienza massima prevista e comunque non più di 1000 partecipanti). Riprende, a partire dal 22 maggio, l’attività anche nei weekend dei negozi ubicati in mercati, centri e gallerie commerciali, e da questo giorno sarà possibile, inoltre, tornare ad utilizzare gli impianti di risalita in montagna. Il 24 maggio riapriranno le palestre. Altro settore fortemente penalizzato dalle chiusure dovute al Covid è quello dei banchetti, per i quali è previsto il ritorno alla normalità dal 15 giugno, ma solo avvalendosi della cosiddetta “certificazione verde”. Per la medesima giornata viene disposta la riapertura di parchi tematici e di divertimento. Slitta al 1° luglio, invece, la ripartenza di piscine al chiuso, centri natatori e benessere, così come di sale giochi e scommesse, bingo, casinò, circoli sociali e ricreativi. Sempre dal primo luglio, sarà nuovamente possibile tenere corsi di formazione in presenza, nonché ammettere il pubblico a competizioni o eventi sportivi da tenersi all’interno degli impianti, (rispettando, anche in questo caso, il limite del 25% della capienza e non più di 500 persone). Queste, dunque, le misure che vanno a definire il quadro in cui si svolgerà l’ormai imminente stagione turistica. Le reazioni delle principali associazioni di categoria ai provvedimenti dell’esecutivo Draghi oscillano tra una moderata soddisfazione dovuta alla ripresa delle attività lavorative e la delusione manifestata dai rappresentanti di alcune realtà commerciali che, più di altre, dovranno ancora attendere prima di tornare a garantire i propri servizi all’utenza. Relativamente a queste ultime, bisogna sottolineare la difficile situazione in cui si trovano discoteche, sale da ballo e locali assimilati, che, almeno per il momento, non riaprono. Maurizio Pasca, presidente del Silb/Fipe – Confcommercio, lancia il grido d’allarme dell’intero comparto. In settimana dovrebbe essere sottoposta al Cts la bozza di un nuovo protocollo di sicurezza ad hoc: «mi auguro che ci venga accordata la giusta attenzione e che siano portati avanti i due test in Puglia e a Milano – prosegue Pasca – altrimenti tutto il settore è a rischio fallimento».
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