Assicurazioni: L’Ivass “boccia” il livello di conoscenza degli italiani

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Roma – (Di Alessandro La Spina) Italia nazione di santi, navigatori e poeti…. ma non di esperti nel campo delle assicurazioni. Quando c’è da analizzare dettagliatamente le clausole di una polizza, infatti, gli abitanti del bel paese “credono” di avere adeguate competenze in materia, anche se non è realmente così. A certificare la situazione appena descritta è il primo rapporto Ivass su “conoscenza e comportamento assicurativo degli italiani”, da cui emerge, per esempio, che solo una persona su tre riesce a comprendere in maniera approfondita i concetti di franchigia, massimale e premio. I risultati, pubblicati nei giorni scorsi, descrivono un quadro abbastanza negativo, considerato che l’indice attestante il grado di preparazione complessiva dei nostri connazionali si ferma soltanto a 54/100, non raggiungendo nemmeno la sufficienza, fissata a 60 punti. Il livello di cognizione degli strumenti assicurativi di base fa registrare, addirittura, un valore di 30,4/100. E tutto ciò nonostante, si rileva dall’istituto, fra gli assicurati persista un diffuso eccesso di fiducia nelle proprie capacità(overconfidence), desumibile dal raffronto tra la percentuale dei soggetti che affermano di avere padronanza della materia e quella di coloro che hanno risposto correttamente alle domande. Dai dati si evince, inoltre, che il 50% degli intervistati ritiene le polizze scarsamente comprensibili, opache e complesse. La ricerca è stata elaborata dall’università di Milano Bicocca e da Doxa, in collaborazione con Herbert Simon Society, prendendo in considerazione cinque grandi aree del rapporto tra cittadini e assicurazioni, relative, rispettivamente a: conoscenza, affidamento nei confronti di compagnie e intermediari, avversione al rischio, logica assicurativa ed efficacia della comunicazione. In generale, gli uomini dimostrano di essere più preparati delle donne e i residenti nelle regioni del Nord più di quelli del Mezzogiorno. Nelle città di medie dimensioni si registra una maggiore competenza degli utenti, al contrario di ciò che avviene in realtà territorialmente più estese o nei piccoli centri urbani. Molto dipende anche dalla scolarizzazione, che consente di avere la capacità di comprendere le condizioni contrattuali in maniera tanto più chiara quanto più alto è il titolo di studi. Luigi Federico Signorini, presidente Ivass, afferma che «l’errata percezione del proprio livello di alfabetizzazione assicurativa» può indurre le persone a fare scelte poco efficienti: «non serve che siano prescritte spiegazioni scrupolose e dettagliate se poi chi le riceve non ha gli strumenti per utilizzarle davvero. Accrescere le conoscenze del consumatore è necessario per rendere realmente efficaci le norme sulla trasparenza dei contratti».

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