Agricoltura italiana: calo di produzione a causa del Covid-19, rimane comunque settore strategico

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Roma – (di Alessandro La Spina) L’Istat ha reso nota, nei giorni scorsi, la stima preliminare di andamento del settore agricolo riferita al 2020. Una prima analisi dei dati mostra che il comparto ha subito un calo di produzione del 3,3%, mentre il “valore aggiunto lordo ai prezzi base” sarebbe sceso del 6,1%. Diminuiscono anche i lavoratori impiegati, nell’ordine del 2,4%. Pesantemente colpite, a causa del Covid, le attività secondarie (-18,9%), che comprendono i servizi connessi all’agricoltura, la florovivaistica (su cui ha inciso la sospensione di cerimonie ed eventi in genere) e l’agriturismo, fortemente danneggiato dalla chiusura delle attività ricettive e da un vistoso calo nelle presenze. Si riducono, allo stesso modo, i volumi produttivi di olio (-18%), coltivazioni industriali (-2,2%) e vino (-1,9%), l’unica eccezione essendo rappresentata dalla zootecnia, che fa registrare un +0,3%. L’Italia si conferma al primo posto in Europa in termini di valore aggiunto (31,3 Mld di Euro) davanti a Francia (30,2 Mld) e Spagna (29,3 Mld), dato che viene sottolineato con soddisfazione dal Ministero delle Politiche Agricole, secondo cui il settore rimane strategico nel panorama economico nazionale. Sull’andamento dei risultati, sostiene Coldiretti, ha pesato la drastica riduzione nelle vendite di molti prodotti agroalimentari che, normalmente, trovano nel consumo presso esercizi commerciali di somministrazione un importante mercato di sbocco, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, senza trascurare frutta e verdura. In alcuni ambiti, come quello vitivinicolo ed ittico, i ristoranti rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Fenomeni speculativi, rilevati dall’Antitrust, si sarebbero verificati in più di un’occasione, come nel caso del latte, dove il compenso garantito agli allevatori sarebbe sceso, talvolta, al di sotto dei costi di produzione. «Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili, con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni» afferma il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, invitando a non trascurare, nel Recovery Plan, le opportunità provenienti dalle campagne. Tra quelle maggiormente degne di nota possono essere citate: la digitalizzazione delle aree rurali, il recupero dei terreni abbandonati, la realizzazione, nelle zone interne, di nuovi invasi per la conservazione delle acque e di aree verdi contro l’inquinamento urbano.

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