Aegi non ci sta alle dichiarazioni di Roberto Saviano, su presunte connivenze dei commercialisti con criminalità organizzata

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Roma – Aegi non ci sta alle dichiarazioni dell’opinionista, Roberto Saviano, sulle presunte connivenze tra commercialisti e criminalità organizzata. “In riferimento a quanto affermato da Roberto Saviano – scrive il presidente Andrea Maggi – in seno alla trasmissione televisiva “Che tempo che farà” di domenica 24 maggio, palinsesto della seconda rete RAI, condotto dal da Fazio, questo Ente esprime non tollerabile disagio e sconcerto per la parte di queste in cui il Saviano attribuisce ai Commercialisti un ruolo strutturale di connivenza con il crimine organizzato in materia di usura, ritenendo tali irricevibili affermazioni indegne del decoro che si appartiene ai professionisti, manifestamente impegnati al fianco delle imprese e non certo avvezzi alle provocatorie formule delineate dallo scrittore.Invero, riteniamo che il Dott. Saviano, per non chiare ragioni, abbia voluto minare la credibilità ed affidabilità di tutto il mondo professionale che assiste l’impresa, non solo i Commercialisti, cosa che stimola l’intervento di questo Presidio. Sorprende, altresì, l’apparente acquiescenza del conduttore alle farneticanti esternazioni savianiane, il chè richiama la necessità di attentamente valutare, qui esprimendo riserva, ogni azione a tutela dell’immagine delle professioni oggetto della gratuita aggressione. Aegi, infatti, è un Ente che promuove e sostiene le Professioni economico-giuridiche impegnate ad assicurare alle imprese ogni idonea assistenza, senza sovrapposizione alcuna al ruolo esercitatoda gli Ordini Professionali e/o dai Presidi sindacali delle diverse anime categoriali, Enti deputati, rispettivamente, alla gestione e difesa delle Categorie Professionali, ai quali è offerto ogni utile contributo.Vorranno, quindi, Saviano e Fazio, nei rispettivi ruoli, ricorrere con tempestività alla più efficace formula di profonde scuse alle Categorie Professionali oggetto delle inammissibili e non confutate espressioni contenute nell’intervista di che trattasi. Si riserva la valutazione delle azioni a tutela”.

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