Ernesto Fichera: “Giovanni Coco, tragica fine di un uomo perbene”

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Taormina – (Intervento di Ernesto Fichera) Il 5 maggio del 1821 moriva sull’isola di Sant’Elena Napoleone e nello stesso giorno di 68 anni fa nasceva Giovanni Coco:colui che l’altro giorno dopo aver lasciato delle lettere ai familiari avrebbe deciso di farla finita nei pressi del porto di Giardini Naxos,la cittadina nella quale abitava da quando era rimasto coinvolto  nell’inchiesta “Acquewin”(l’inchiesta sulla mancata rendicontazione e versamento delle somme incassate per conto del civico acquedotto) insieme all’avvocato, Franco La Face e pertanto al Coco era stato imposto il divieto di dimora a Taormina. Coco che era andato in pensione dal ruolo di Dirigente presso il Comune di Taormina nel gennaio 2019. Giovanni Coco è scomparso dalla sua abitazione a Recanati venerdì pomeriggio e sabato mattina nei pressi della Nike del porto di Naxos si sono intravisti affiorare i piedi di un corpo a testa in giù. Coloro i quali sapevano della scomparsa hanno immediatamente collegato i due episodi ma ovviamente le conferme sono arrivate solo dopo che i Carabinieri subacquei hanno recuperato il cadavere e poiché Coco era persona parecchio nota in zona è stato immediatamente riconosciuto.Le operazioni sono state dirette dal Capitano, Arcangelo Maiello della Compagnia di Taormina e sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia di Stato, oltre alle squadre dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera. Coco aveva lavorato per 42 anni al Comune di Taormina ricoprendo l’incarico di Dirigente ed aveva anche assunto molte deleghe tra cui acquedotto, servizi cimiteriali, Protezione civile e per un periodo era stato pure a capo della Polizia municipale. Ultimamente era caduto probabilmente in depressione. Vedersi voltate le spalle proprio da coloro i quali lui aveva favorito “volente o nolente” è stata una enorme delusione: ma si sa la gratitudine spesso non fa parte di questo Mondo e quando si “cade in disgrazia” la stragrande maggioranza delle persone ti volta le spalle. Coco avrà certamente sbagliato: andrebbero però ricercati i mandanti politici dei suoi errori fra coloro che lo hanno spinto,indotto o addirittura costretto a commettere degli errori e delle leggerezze. Ma questi soggetti che certamente “non potevano non sapere” restano nell’ombra, prendono le distanze, si costituiscono parte civile come se loro di queste vicende non fossero al corrente e non “facessero parte della partita”.E vai quindi con il “dagli all’untore” una volta trovato il capro espiatorio ideale che magari porterà tutti i suoi segreti nella tomba. Coco ha preferito portare tutto il peso sulle sue spalle ed uscire di scena in modo plateale assumendosi le sue responsabilità e probabilmente anche quelle non sue.Per decidere di suicidarsi non basta solo la forza della disperazione ma è anche necessaria una buona dote di coraggio e dignità:doti che Giovanni Coco possedeva ed altri no. Rip.

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