Centri Commerciali, crescono le polemiche per mancata possibilità di riaprire nei fine settimana

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Roma – (Di Alessandro La Spina) Centri commerciali nell’occhio del ciclone, dopo la scelta dell’esecutivo di non prevedere, in quelle aree del Paese giudicate a minor rischio,  la possibilità di riaprire nei weekend a partire dal prossimo 15 Maggio, così come era stato paventato in un primo momento. A lamentare la marcia indietro del Governo sono Federdistribuzione e le altre principali associazioni di categoria. «Alla luce di questa decisione del tutto inattesa» – si afferma in una nota stampa congiunta – «che va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie, protrattesi per oltre un anno, richiediamo un incontro urgente con il Presidente Draghi al fine di conoscere le motivazioni a supporto di tale scelta». Le diverse sigle di rappresentanza intendono rimarcare l’assoluta necessità di dare risposte concrete ai circa 600000 lavoratori interessati, nonché di chiarire quali siano i criteri utilizzati per valutare un eventuale pericolo connesso all’apertura delle strutture di grandi dimensioni, in presenza di opportuni protocolli condivisi. Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono state adottate – continuano le associazioni – misure anche più stringenti rispetto a quanto disposto a livello governativo o dalle singole regioni, manifestando, al contempo, la disponibilità a rafforzarle qualora necessario. Tutto ciò con l’obiettivo di salvaguardare la salute di consumatori, dipendenti e fornitori. Risulta, tra l’altro, incomprensibile constatare come le stesse procedure, giudicate idonee a garantire la sicurezza di questi luoghi dal Lunedì al Venerdì, siano invece ritenute non adeguate nelle giornate di Sabato e Domenica. Secondo Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, «si tratta di una scelta inaspettata e senza alcuna spiegazione. Non possiamo accettare che le aziende del commercio non abbiano una prospettiva certa sulla data di riapertura dei punti vendita, a differenza di tutti gli altri settori». «Un fatto inspiegabile e altamente preoccupante, di cui abbiamo avuto notizia nottetempo e che ci ha colto di sorpresa» sottolinea il massimo esponente di Ancc-Coop e Coop Italia, Marco Pedroni.

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